Antinoo: Trovare un umano tra gli dei

Uno dei miei giochi di viaggio preferiti da fare mentre visito i musei del mondo è individuare le belle, ma mortali, caratteristiche di Antinoo tra i volti degli dei.

Statua umana divinizzata di Antinoo - Roman Gods - Atlas Obscura Blog

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Il giovane con gli occhi a mandorla, i capelli arruffati, il naso aquilino e le labbra imbronciate era il compagno e amante dell’imperatore romano Adriano. Quando Antinoo annegò nel Nilo nel 130 d.C. (se sia stato un incidente, un suicidio o un sacrificio è discutibile), Adriano incanalò il suo immenso dolore in un modo che solo un imperatore romano poteva: ordinò la deificazione immediata di Antinoo e istituì un culto religioso diffuso. Vennero costruiti santuari in tutto l’impero. Persino una città chiamata Antinoupolis fu fondata sul Nilo!

Ci sono più di cento statue conosciute di Antinoo, e numerose altre raffigurazioni su medaglioni, rilievi e altri artefatti. I suoi occhi profondi fissano cupamente le sembianze di Apollo, Bacco, Hermes, Ventumno e Osiride. Quando incanalò il suo desiderio ossessivo nel marmo, Adriano fu guidato dalla sua passione per le diverse culture del suo impero, così come per l’arte greca classica.

Antinous - Fake God Sculpture - Atlas Obscura Blog

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C’è l’enorme Antinoo Mondragone con eleganti prese vuote al Louvre di Parigi, insieme ad Antinoo come Aristaeus, il dio dei giardini, acquistato da Richelieu per le sue collezioni. In Vaticano c’è l’imponente, ma sensuale, Antinoo come Dioniso-Osiride con viti tra i capelli, in piedi ad un’altezza colossale. Diverse statue di Antinoo come faraone o Osiride sono state trovate a Villa Adriana a Tivoli e una scultura di lui come sacerdote è stata scoperta in Libia. In Grecia, è stato trovato al Tempio di Apollo a Delfi.

Antinous as Osiris - Atlas Obscura Blog

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La storia di Antinoo e Adriano è il contrario della favola di Pigmalione in cui uno scultore si innamora della sua creazione. Invece, Adriano usò le sue infinite risorse come imperatore per immortalare il suo amante morto, trasformandolo sempre più in una statua idealizzata: bella, ma fredda.

Oltre alla loro ubiquità, ciò che è più affascinante delle statue è che esse danno un’umanità molto identificabile a un imperatore romano, che forse eclissa il suo potere e la sua opulenza. Il sentimento (se non la portata dell’esecuzione) è universale: tutti hanno perso qualcuno e mentre non creiamo culti religiosi, li manteniamo vivi attraverso fotografie, parole o ricordi, trattando ciò che hanno lasciato come reliquie nella nostra religione personale.

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