APOE – Malattia di Alzheimer – Ingegneria Genomica Molecolare

La malattia di Alzheimer è considerata dagli specialisti la più grave delle malattie degenerative. Con una causa multifattoriale, è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da una perdita lenta ma progressiva delle capacità cognitive.

Il quadro clinico inizia solitamente con una marcata diminuzione della memoria recente. In questa fase iniziale, la persona spesso ricorda fatti complessi del passato, ma non è in grado di riferire cosa ha mangiato a colazione. Poi la capacità di concentrazione è colpita e si aggiungono difficoltà di comunicazione, disorientamento spaziale e confusione su dove vivono. L’individuo soffre anche di cambiamenti d’umore e può diventare ansioso e depresso. Il paziente comincia a dipendere sempre di più dalle altre persone. In uno stadio più avanzato, perde la capacità di percezione, parola e movimenti, presentando incontinenza urinaria e fecale fino a raggiungere uno stato vegetativo.

La possibilità che una persona sviluppi la malattia aumenta con l’età. È molto rara prima dei 40 anni, colpisce circa il 3% della popolazione oltre i 65 anni e quasi il 50% dopo gli 85 anni. Alcuni fattori possono accelerare o innescare il processo. Questo è il caso delle malattie vascolare-cerebrali, come ischemia, ictus, arteriosclerosi, ipertensione, diabete, problemi di carenza, alcool, fumo e droghe. Traumi cranici frequenti, storia familiare e alterazione del cromosoma 21 sono anche riconosciuti come possibili cause.

L’instaurazione della malattia di Alzheimer è dovuta all’accumulo di eventi genetici e ambientali. Ognuno di essi contribuisce con piccoli effetti che insieme portano all’instaurarsi della malattia con diversi gradi di gravità. Le mutazioni nei geni che codificano per l’apolipoproteina E (APOE) e la proteina precursore dell’amiloide (PPA) sono costantemente associate all’insorgere della malattia. Recentemente, una variante del gene TREM 2, che codifica per una proteina presente nelle cellule mieloidi, è stata collegata a un aumento di 3 volte del rischio di scatenare la malattia di Alzheimer.

L’apolipoproteina è importante nel trasporto del colesterolo nel sistema nervoso centrale, essenziale per l’integrità della guaina mielinica che circonda le radici nervose. Il gene APOE ha tre forme comuni: APOE- ε2; APOE- ε3 e APOE- ε4. Studi di popolazione mostrano una preponderanza della forma APOE- ε4 nelle persone colpite dal morbo di Alzheimer di diverse etnie.

Il gene PPA produce la fonte della proteina beta-amiloide, il costituente principale delle placche amiloidi che si depositano in gran numero nel cervello delle persone con il morbo di Alzheimer. Mentre l’attenzione degli studi genomici è sull’identificazione delle varianti che portano ad un aumento del rischio, un lavoro recente ha identificato una variante nel gene APP con alta frequenza in individui di età superiore a 85 anni senza storia di Alzheimer. Lo studio ha concluso che il risultato di uno scambio di aminoacidi in posizione 673 della proteina APP porta a una significativa diminuzione del rischio individuale di sviluppare la demenza.

Non esiste un trattamento provato per la malattia. I farmaci utilizzati mirano ad alleviare i sintomi man mano che si presentano.

Il pannello di propensione alla malattia di Alzheimer, eseguito da Genomic, è indicato per i pazienti con sospetta malattia di Alzheimer. Questo test viene eseguito solo una volta nella vita, a qualsiasi età, anche prenatale, perché le informazioni studiate provengono dal codice genetico dell’individuo e non vengono alterate da stimoli ambientali.

Metodologia:

Isolamento del DNA genomico dai leucociti, seguito da amplificazione mediante PCR e analisi mediante elettroforesi capillare.

Raccolta:

Campione di sangue o saliva su carta da filtro Whatman® FTA o raccolta di 4,5 mL di sangue periferico in un tubo di raccolta sotto vuoto con anticoagulante EDTA (Vacutainer purple cap). Il campione di sangue deve essere inviato entro cinque giorni e conservato a temperatura ambiente.

Lascia un commento