Oggi Bunny Rogers studia al Royal Institute of Art di Stoccolma, ma ogni tanto l’artista torna a New York. La scorsa primavera si è fatta notare con due mostre personali al Greenspon e al Bard College. Al Bard College Center for Curatorial Studies, Rogers ha condiviso il palco con Cosima von Bonin, una scultrice tedesca con una sensibilità complementare. Con un libro, “My Apologies Accepted”, e una personale in un museo già all’attivo, si può solo supporre che altre grandi cose siano nel futuro della Rogers.
Columbine Cafeteria exhibition at Société. Per gentile concessione dell’artista e della galleria.
Come fai a sapere che un lavoro che hai fatto è buono?
Se mi mette a disagio o in imbarazzo. In alternativa, se mi fa sentire felice ogni volta che lo guardo. Se è stato fatto per un amico o per qualcuno che amo.
Quale insegnante ti ha insegnato di più a scuola?
Forse la signora Boepple (seconda elementare), o il signor Schenkel (sesta elementare). Erano gli insegnanti preferiti. Un professore all’università era crudele e il suo corso era obbligatorio. Ho imparato molto dovendo seguire quelle lezioni.
Qual è stata la tua prima esperienza in una galleria?
Ho avuto la mia prima mostra personale, “Questions on Ice” alla “Generation Works” di Jasper Spicero a Tacoma, WA.
Mostra alla Columbine Cafeteria di Société. Per gentile concessione dell’artista e della galleria.
Se potesse scambiare con qualcuno, chi sarebbe?
Cambierei con i pins della Disney.
Viverebbe con il suo lavoro? Lo faresti?
Stoccato e dappertutto.
Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto?
“Non bruciare i ponti.”
Ode a Hans Ulrich Obrist, hai qualche progetto non realizzato?
Sì, la maggior parte.
Come hai finanziato le tue prime opere?
Amici e famiglia.
Esposizione di Columbine Cafeteria alla Société. Per gentile concessione dell’artista e della galleria.
A cosa stai lavorando?
Mostra epica!!!
Quando non sei in studio, dove sei?
Tutto solo sulla mia piccola sedia
Nella tua pratica, cosa ti viene naturale e cosa devi forzare?
Le idee vengono facilmente. Per fare qualcosa con loro devo sforzarmi.