Per determinare se la polvere di ferro carbonile elementare è una terapia sicura ed efficace per l’anemia da carenza di ferro, sono stati studiati 20 volontari non anemici e 32 anemici. Dosi singole di 1.000 a 10.000 mg di ferro carbonile (15 a 150 volte i 65 mg di ferro nella dose usuale di solfato ferroso) sono stati tollerati da volontari non anemici senza alcuna prova di tossicità e solo effetti collaterali gastrointestinali minori. I volontari anemici (donne mestruate che avevano precedentemente donato il sangue) sono stati trattati con diversi regimi che fornivano da 1.000 a 3.000 mg di ferro carbonilico al giorno in una o tre dosi per 8-28 giorni. Dopo 12 settimane l’anemia è stata corretta in 29 di 32 pazienti, e la ferritina sierica era maggiore di 12 microgrammi/L in 14. La rigenerazione dell’emoglobina procedeva ad un ritmo simile a quello descritto per la terapia con sali di ferro orali e destrano di ferro parenterale. Non ci sono state prove di tossicità ematologica, epatica o renale, ma lievi effetti collaterali gastrointestinali si è verificato in una maggioranza di volontari anemici. Il ferro carbonile è un trattamento efficace e poco costoso per l’anemia da carenza di ferro, è accompagnato da effetti collaterali tollerabili e può avere un vantaggio rispetto alla terapia con sali di ferro, riducendo sostanzialmente o eliminando il rischio di avvelenamento da ferro nei bambini.