Il tumore maligno di Brenner (MBTs) è un raro sottotipo istologico di cancro ovarico epiteliale, che rappresenta <0,05% di tutte le neoplasie ovariche. Come tale, l’evidenza attuale sul trattamento dei MBT è prevalentemente limitata a studi di casi e piccole serie di casi. Per aggiungere qualcosa alla letteratura esistente, abbiamo eseguito una revisione retrospettiva di 10 casi di MBT diagnosticati e trattati in una singola istituzione tra il 1999 e il 2018.
Per i 10 casi inclusi nella nostra coorte, l’età mediana era di 64 anni e lo stadio tumorale mediano era IIa/IIb. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a un intervento primario o di debulking di intervallo e hanno ottenuto una resezione R0 secondo le classificazioni stabilite dall’Union for International Cancer Control (UICC). Le dissezioni linfonodali sono state eseguite su 6 pazienti e non hanno trovato alcuna evidenza di malattia linfonodale positiva. 7 pazienti hanno ricevuto una chemioterapia adiuvante a base di platino e hanno avuto una sopravvivenza mediana libera da progressione (PFS) di 37 mesi. La malattia ricorrente era varia in termini di diffusione locoregionale o a distanza, e questi pazienti hanno avuto risposte largamente subottimali alla chemioterapia di salvataggio con doxorubicina, gemcitabina ed eribulina. I siti di malattia metastatica includevano il fegato, i polmoni, l’osso e il cervello.
Mentre non esiste un consenso per il trattamento ottimale di questa rara malattia, le MBT sembrano rispondere bene al trattamento adiuvante con platino-taxano dopo la resezione chirurgica completa, in linea con l’attuale approccio di gestione di altri tumori ovarici epiteliali. La malattia ricorrente è considerevolmente più difficile da gestire, e i medici possono prendere in considerazione un percorso più ampio di opzioni di trattamento per includere terapie ormonali, biologiche e radioterapiche.