AncientEdit
Le radici di Cassino affondano nell’insediamento di Casinum, l’ultima città dei Latini, di origine osca, situata in cima al colle di Cassino presso Monte Cairo, cinque chilometri più a nord. Casinum passò sotto il controllo dei Volsci prima e dei Sanniti poi, ma i Romani alla fine ottennero il controllo di Casinum e del suo territorio (ager casinas), stabilendovi una colonia latina fortificata nel 312 a.C., Interamna Lirenas.
In epoca romana il dio più venerato era Apollo, il cui tempio sorse sul Monte Cassino, dove oggi sorge l’abbazia.Almeno una volta durante le guerre puniche, Annibale passò vicino a Casinum. Casinum era anche il sito di una villa che si presume appartenesse a Marco Terenzio Varrone.
MedievalEdit
L’antica Casinum fu profondamente danneggiata da diverse incursioni barbare.Nel libro dei Dialoghi, Papa Gregorio I ci dà la testimonianza dell’insediamento di Benedetto di Nursia tra le rovine dell’Acropoli di Casinum. Egli distrusse l’immagine di Apollo e gli altari pagani, e santificò il luogo in nome di San Giovanni Battista. Da quel momento non avrebbe più lasciato Montecassino: fondò il monastero che divenne un modello per il monachesimo occidentale e uno dei maggiori centri culturali d’Europa per tutto il Medioevo e scrisse la “Regola”, contenente i precetti per i suoi monaci. Nel frattempo la popolazione costruì un villaggio chiamato Castellum Sancti Petri.
A causa della loro posizione strategica, l’abbazia e il villaggio furono coinvolti in eventi militari. Nel 577 un’incursione dei Longobardi, guidati da Zotto, costrinse i monaci a lasciare Montecassino per cercare rifugio a Roma. Tornarono solo dopo più di un secolo. Nel 744, grazie alla donazione di Gisulfo II di Benevento, il monastero divenne la capitale di un nuovo stato, chiamato Terra Sancti Benedicti (“Terra di San Benedetto”). Pochi anni dopo la città fu rifondata dall’abate Bertharius e chiamata Eulogimenopolis, che significa “città di San Benedetto” in greco. Nell’883 il monastero e la città furono nuovamente attaccati, questa volta dai Saraceni, e Bertharius fu ucciso insieme ad altri monaci.
L’abbazia fu nuovamente ricostruita nel 949 per decisione di papa Agapeto II e, insieme alla città, ribattezzata San Germano (da San Germano di Capua), iniziò a vivere un periodo prospero. A scopo difensivo fu costruito anche il castello Rocca Janula, che ancora oggi domina il paese. Nell’abbazia si conservano i Placiti Cassinesi, datati 960-963, considerati i primi documenti mai scritti in lingua italiana. L’abbazia di San Germano aveva cessato di esistere al tempo dell’abate Richerius (1038-1055), quando era una chiesa parrocchiale sotto un arciprete.
Il 23 luglio 1230, la città fu sede della firma della pace tra Papa Gregorio IX e Federico II, che ebbe luogo nella chiesa di San Germano. Il 9 settembre 1349, San Germano fu distrutta da un grande terremoto, che danneggiò gravemente anche l’abbazia. La ricostruzione avvenne nel 1366, per volere di papa Urbano V.
Era modernaModifica
In epoca rinascimentale Cassino si trovava sulla frontiera settentrionale del Regno di Napoli, che era dominato dalla Spagna. Nel 1504, durante la seconda guerra italiana, i francesi tentarono di catturare la città nella battaglia di Cassino, ma fallirono.
Il 15-17 maggio 1815, la città fu il set dell’ultima crudele battaglia della guerra napoletana tra una forza austriaca comandata da Laval Nugent von Westmeath e il re di Napoli, Joachim Murat. La cosiddetta “battaglia di San Germano” si concluse con la vittoria austriaca.
Il 28 luglio 1863 il nome della città fu ufficialmente riportato a “Cassino”. Nello stesso anno la città fu raggiunta dal sistema ferroviario. Cassino fece parte della Provincia Terra di Lavoro fino al 1927, quando fu fondata la Provincia di Frosinone. Il 21 maggio 1930 fu inaugurata una funivia che portava dal paese all’Abbazia in 7 minuti, coprendo un dislivello di oltre 400 metri.
Seconda guerra mondiale e dopoModifica
Nella seconda guerra mondiale, dopo che l’Italia meridionale fu invasa dagli Alleati, i tedeschi si trincerarono attorno alla Linea Gustav tedesca che, nella sua punta meridionale, era ancorata attorno alle montagne dietro Cassino. La città fu quindi teatro di feroci combattimenti nelle Battaglie di Montecassino. Il 15 febbraio 1944 l’Abbazia fu distrutta da un pesante bombardamento aereo. Gli alleati, credendo che l’Abbazia fosse una posizione strategica occupata dai tedeschi, la bombardarono, uccidendo molte delle persone che si erano rifugiate. Le opere d’arte contenute nell’Abbazia furono trasferite a Roma dai tedeschi prima del bombardamento, ma molte scomparvero durante il tragitto. Il 15 marzo, la città fu completamente rasa al suolo dal bombardamento aereo e dal fuoco dell’artiglieria, seguito da un attacco alleato senza successo. 2.026 civili, un decimo dell’intera popolazione della città di 20.000 persone, furono uccisi dai bombardamenti e dai combattimenti prima e durante le battaglie di Cassino.
La ricostruzione durò fino agli anni ’60. Nei mesi successivi alla fine della guerra, la zona fu afflitta da un’epidemia di malaria. Tuttavia, la popolazione ricevette anche grande solidarietà dal resto d’Italia in termini di donazioni e ospitalità: molti bambini furono ospitati da famiglie del nord Italia negli anni del dopoguerra.Cassino si guadagnò la Medaglia d’Oro al Valor Militare, e fece costruire tre cimiteri di guerra: il “Cimitero di guerra di Cassino”, che ospita le vittime del Commonwealth, il Cimitero Polacco e il Cimitero Germanico.
L’economia della zona è stata favorita dall’industrializzazione avviata con l’insediamento dello stabilimento Fiat di Cassino e delle sue aziende satelliti, dello stabilimento SKF e di diverse cartiere, nonché dall’istituzione dell’Università di Cassino.
Oggi la città è commercialmente sviluppata, anche se ha sofferto negli ultimi anni della crisi dei settori automobilistici.