Segni e sintomi di cinconismo lieve (che può verificarsi da dosi terapeutiche standard di chinino) includono pelle arrossata e sudata, ronzio alle orecchie (tinnito), visione offuscata, udito alterato, confusione, perdita reversibile dell’udito ad alta frequenza, mal di testa, dolore addominale, eruzioni cutanee, reazione lichenoide indotta dal farmaco (fotosensibilità lichenoide), vertigini, capogiri, nausea, vomito e diarrea.
Grandi dosi di chinino possono portare a gravi (ma reversibili) sintomi di cinchonismo: eruzioni cutanee, sordità, sonnolenza, diminuzione dell’acuità visiva o cecità, shock anafilattico e disturbi del ritmo cardiaco o della conduzione e morte per cardiotossicità (danni al cuore). Il chinino può anche scatenare una rara forma di reazione di ipersensibilità nei pazienti affetti da malaria, chiamata febbre delle acque nere, che provoca emolisi massiva, emoglobinemia, emoglobinuria e insufficienza renale. La maggior parte dei sintomi del cinchonismo (tranne nei casi gravi) sono reversibili e scompaiono una volta che il chinino viene ritirato. Il tentato suicidio con l’assunzione di una grande dose di chinino ha causato una visione a tunnel irreversibile e danni visivi molto gravi.
I pazienti trattati con chinino possono anche soffrire di ipoglicemia, soprattutto se viene somministrato per via endovenosa, e ipotensione (bassa pressione sanguigna).
Il chinino, come la clorochina, inattiva gli enzimi nei lisosomi delle cellule e ha un effetto antinfiammatorio, da cui il suo uso nel trattamento dell’artrite reumatoide. Tuttavia, l’inattivazione di questi enzimi può anche causare un accumulo anormale di glicogeno e fosfolipidi nei lisosomi, causando una miopatia tossica. È possibile che questa azione sia la causa principale del cinchonismo.