Cus D’Amato

Floyd PattersonModifica

D’Amato e Patterson nel 1957

D’Amato e Patterson nel 1961

Sotto la tutela di D’Amato, Floyd Patterson conquistò la medaglia d’oro olimpica dei pesi medi ai giochi di Helsinki del 1952. D’Amato guidò poi Patterson attraverso i ranghi professionali, manovrando Patterson a combattere per il titolo lasciato libero da Rocky Marciano. Dopo aver battuto Tommy “Hurricane” Jackson in un combattimento ad eliminazione, Patterson affrontò il campione dei pesi massimi leggeri Archie Moore il 30 novembre 1956, per il campionato mondiale dei pesi massimi. Batté Moore con un knockout in cinque round e divenne il più giovane campione del mondo dei pesi massimi della storia all’epoca, all’età di 21 anni, 10 mesi, tre settimane e cinque giorni. Fu la prima medaglia d’oro olimpica a vincere un titolo professionistico dei pesi massimi.

Patterson e D’Amato si separarono dopo la seconda sconfitta consecutiva per KO al primo round di Patterson contro Sonny Liston, anche se la sua influenza sull’ex due volte campione aveva già iniziato a diminuire.

José TorresModifica

D’Amato gestì anche José Torres che nel maggio 1965 al Madison Square Garden, sconfisse il membro dell’International Boxing Hall Of Fame, Willie Pastrano, per diventare campione mondiale dei pesi massimi leggeri. Con la vittoria Torres divenne il terzo campione mondiale di pugilato portoricano della storia e il primo latinoamericano a vincere il titolo mondiale dei pesi leggeri.

Mike TysonModifica

Penso a una lampadina di Cus che dice: ‘Ho trovato il mio Sonny Liston. Farò di tutto per coccolarlo, proteggerlo, svilupparlo, perché lui è la mia rivincita sul mondo.’

-Jack Newfield sul ruolo speciale di Tyson nella vita di D’Amato

Dopo la fine delle carriere di Patterson e Torres, D’Amato lavorò in relativa oscurità. Alla fine si trasferì a Catskill, New York, dove aprì una palestra, il Catskill Boxing Club. Lì incontrò e iniziò a lavorare con il futuro campione dei pesi massimi, “Iron” Mike Tyson, che era in un riformatorio vicino. Adottò Tyson dopo la morte della madre di Tyson. D’Amato lo allenò negli anni successivi, incoraggiando l’uso della boxe stile “peek-a-boo”, con le mani davanti al viso per una maggiore protezione. D’Amato fu brevemente assistito da Teddy Atlas, e più tardi da Kevin Rooney, un protetto di D’Amato, che enfatizzava i movimenti sfuggenti.

Non è chiaro a quale età (11 o 12 anni) Tyson si interessò seriamente a diventare un pugile professionista. “Irish” Bobby Stewart, un ex campione dei Golden Gloves, fu avvicinato da Tyson mentre lavorava come consulente alla Tryon School For Boys. Tyson sapeva dell’ex gloria pugilistica di Stewart e chiese espressamente di parlare con Stewart che assunse subito un atteggiamento burbero nei confronti del soggetto dopo aver assistito al terribile comportamento di Tyson nei suoi primi giorni alla scuola. Bobby Stewart presentò Mike Tyson a D’Amato quando Tyson aveva circa 12 o 13 anni, dopo che Stewart dichiarò di aver insegnato a Tyson tutto quello che poteva sulla tecnica e l’abilità nella boxe. D’Amato morì poco più di un anno prima che Tyson diventasse il più giovane detentore del titolo mondiale dei pesi massimi della storia all’età di 20 anni e quattro mesi, soppiantando così il record di Patterson. Rooney avrebbe poi guidato Tyson al campionato dei pesi massimi dodici mesi dopo la morte di D’Amato. Filmati di D’Amato possono essere visti in Tyson, un documentario del 2008. Tyson accredita D’Amato con la costruzione della sua fiducia e guidandolo come una figura paterna.

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