Donato Bramante

periodo lombardo

Nel 1477 Bramante aveva lasciato Urbino per motivi sconosciuti e si era stabilito nella provincia lombarda del nord Italia. Lavorò ad affreschi per la facciata del Palazzo del Podestà (poi modificato) a Bergamo, mostrando figure classiche di filosofi in un complesso contesto architettonico. Vasari (anche se poco informato su questo periodo) dice che Bramante, dopo aver lavorato in varie città su “cose di non gran costo e poco valore”, andò a Milano “per vedere il duomo”. Il laboratorio della cattedrale, in cui lavoravano a turno artigiani italiani, tedeschi e francesi, costituiva un importante centro per lo scambio di conoscenze, metodi di progettazione e tecniche. Inoltre, Milano era una grande e ricca metropoli, la capitale di uno stato governato da Ludovico Sforza, chiamato Il Moro, e l’architettura rinascimentale era una merce da importare. Così la città rappresentava un’opportunità per un architetto giovane e aggiornato come Bramante.

La prima opera architettonica che può essere sicuramente attribuita a Bramante è un disegno: una stampa fatta nel 1481 da un incisore milanese, Bernardo Prevedari, da un disegno di Bramante che rappresenta un tempio in rovina con figure umane. Più o meno nello stesso periodo, Bramante stava lavorando alla chiesa di Santa Maria presso San Satiro, la prima struttura sicuramente attribuita a lui. Insieme a una certa aderenza al gusto locale, questa chiesa mostra tracce dell’influenza di Alberti, Mantegna, Brunelleschi e della scuola di Urbino. Quest’ultima influenza è particolarmente evidente nel suo coro, che fu dipinto in prospettiva per dare l’illusione di uno spazio molto più grande. Forse dello stesso periodo (1480-85 circa) è la decorazione di Bramante di una stanza in Casa Panigarola a Milano (frammenti a Brera, Milano) che consiste in scenari architettonici e figure di uomini in armi resi per mezzo della prospettiva illusionistica. Esperimenti simili, forse anche negli stessi anni, sembrano essere stati condotti da Bramante sulle facciate di edifici, come Casa Fontana, poi chiamata Silvestri, a Milano.

Nel 1488 Bramante, insieme ad alcuni altri architetti, fu incaricato dal cardinale Ascanio Sforza, fratello di Ludovico Sforza e vescovo di Pavia, di redigere un nuovo progetto per la cattedrale di Pavia. Bramante si recò molte volte in quella città durante questo periodo, e fu probabilmente sotto la sua direzione che la cripta e la parte inferiore dell’edificio furono eseguite.

Bramante sembra aver avuto stretti rapporti con Leonardo da Vinci. Nel 1482 Leonardo aveva visitato Milano da Firenze, e nel 1490 sia Bramante che Leonardo erano occupati con problemi stilistici e strutturali del tiburio, o torre di attraversamento, della cattedrale di Milano. Dal 1487 al 1490 è possibile documentare una serie di scambi reciproci. L’unica testimonianza scritta delle idee di Bramante sull’architettura risale a questo periodo (1490) e consiste in una relazione sul problema del tiburio. Bramante esamina varie soluzioni (tra cui una sua, a pianta quadrata), dimostrando una concezione dell’architettura notevolmente simile a quella dell’Alberti.

Bramante gode ormai del favore sia di Ludovico e Ascanio Sforza, sia di cortigiani influenti. Il suo modesto stipendio e l’irregolarità dei pagamenti, tuttavia, non gli permettevano di vivere in modo lussuoso. Entrò in contatto non solo con artisti ma anche con umanisti e poeti della corte sforzesca, e lui stesso scrisse dei versi. Come Leonardo, fu coinvolto nella messa in scena di spettacoli alla corte degli Sforza, come quello in occasione di un battesimo nel 1492.

L’architettura dominò sempre più i suoi interessi, ma non rinunciò alla pittura. Delle numerose opere attribuitegli da vari scrittori del XVI secolo, tuttavia, nessuna sembra essersi conservata. L’unico quadro da cavalletto esistente che gli sia mai stato attribuito è il Cristo alla colonna dell’abbazia di Chiaravalle (1490 circa). Un affresco in un complesso contesto architettonico (1490-92 circa) nel Castello Sforzesco di Milano è probabilmente suo, con la collaborazione del suo allievo Il Bramantino.

A partire dal 1492, Bramante fu incaricato da Ludovico e Ascanio Sforza della ricostruzione della canonica di Sant’Ambrogio a Milano. Il lavoro fu interrotto dalla caduta di Ludovico e, anche se fu ripreso nel XVI secolo, solo un lato dell’edificio fu eseguito. Anche se la responsabilità di Bramante non può essere provata, l’idea della nuova tribuna (coro) per Santa Maria delle Grazie è probabilmente nata con lui; destinata ad essere il mausoleo sepolcrale degli Sforza, la tribuna era in un progetto globale di ricostruzione, iniziato nel 1492, per l’intera chiesa. Bramante potrebbe aver progettato anche la decorazione pittorica dell’interno, ma l’esecuzione e la precisazione dei dettagli, soprattutto all’esterno, furono probabilmente eseguite da maestri lombardi.

Basilica di Sant'Ambrogio
Basilica di Sant’Ambrogio

Basilica di Sant’Ambrogio, Milano.

© Claudio Baldini/.com

Le attività di Bramante negli anni 1490, prima di lasciare definitivamente Milano per Roma, sono sporadicamente documentate. È stato ipotizzato che nell’estate del 1492 fosse a Firenze a studiare l’opera di Brunelleschi, visto l’enfatico carattere brunelleschiano della canonica di Sant’Ambrogio. Nel 1493 fece una relazione su alcune fortificazioni al confine svizzero per Ludovico.

I suoi ultimi anni in Lombardia furono segnati dall’attività irrequieta che caratterizzò il resto della sua carriera. A lui si devono probabilmente i progetti della piazza di Vigevano (realizzata tra il 1492 e il 1494, in parte trasformata alla fine del XVII secolo), della decorazione architettonica dipinta sulle facciate porticate che ne segnavano i limiti, e i progetti di altre strutture del complesso vigevanese, nonché la decorazione dipinta (scomparsa) per l’interno del castello della stessa città. Anche il suo passaggio coperto (ponticella) per il Castello Sforzesco di Milano deve essere di questo periodo, e la facciata della chiesa di Santa Maria Nascente ad Abbiategrasso (vicino a Milano) è del 1497. Tra il 1497 e il 1498, oltre a una cappella (poi modificata) di Sant’Ambrogio a Milano, lavorò al monastero cistercense in costruzione a Milano sotto gli auspici di Ascanio Sforza; come il suo lavoro sulla canonica, fu sospeso nel 1499 ed è incompiuto.

Piazza Ducale, Vigevano, Italia; fu progettata da Donato Bramante.
Piazza Ducale, Vigevano, Italia; fu progettata da Donato Bramante.

© goccedicolore/Fotolia

Dotato di un carattere estremamente ricettivo, Bramante non era affatto immune all’influenza di altri artisti attivi a Milano. Fu anche influenzato dallo studio dei monumenti lombardi del periodo tardo antico e carolingio, il cui ricordo gli sarà utile a Roma. Al contrario, la presenza di Bramante (insieme a quella di Leonardo) a Milano fu di fondamentale importanza per i successivi sviluppi artistici di quella città.

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