Joseph Lister rivoluziona il mondo della chirurgia con un’idea antisettica.
Dopo aver letto il lavoro di Louis Pasteur sulla putrefazione come risultato dei germi nel 1865, il medico scozzese in erba Joseph Lister fu colpito da un momento eureka: Voleva fermare il tasso scandalosamente alto di morti, ben il 40% nel caso di amputazioni, a causa di infezioni acquisite come risultato diretto di un intervento chirurgico.
Nel 1867, aveva deciso che l’acido carbolico (o fenolo, un derivato del catrame di carbone), allora usato per ridurre il fetore delle acque di scarico, era la cosa giusta. L’acido carbolico, stabilì Lister, doveva essere strofinato sugli strumenti chirurgici e sulle mani, e le bende destinate a coprire le ferite dovevano essere imbevute di esso. Inoltre, suggerì, dovrebbe essere continuamente spruzzato nell’aria della sala operatoria per tutta la durata dell’operazione, anche sui chirurghi, per allontanare i germi.
L’effetto collaterale era una nuvola gialla dall’odore dolciastro, ma “il tasso di mortalità scese al 15 per cento usando il cosiddetto” metodo antisettico di Lister (come nell’intervento di cui sopra). Aveva dimostrato l’importanza di un ambiente sterile.
Nel 1890, anche Lister aveva abbandonato la sua invenzione di uno spruzzatore di acido fenico, pericoloso se inalato in grandi quantità, che corrodeva la pelle, in favore dei guanti chirurgici e delle maschere ancora in uso oggi. Non che i metodi di oggi siano infallibili; le infezioni contratte in ospedale, compreso lo stafilococco, si verificano ancora. Ma l’idea trascendente di sterilizzare le ferite e gli strumenti chirurgici, e gli stessi chirurghi, è rimasta.
-Johnna Rizzo