Il presidente dell’Institution of Chemical Engineers disse nel suo discorso presidenziale “Credo che la maggior parte di noi sarebbe disposta a considerare Edward Charles Howard (1774-1816) come il primo ingegnere chimico di qualsiasi eminenza”. Altri hanno suggerito Johann Rudolf Glauber (1604-1670) per il suo sviluppo di processi per la produzione dei principali acidi industriali.
Il termine è apparso in stampa nel 1839, anche se dal contesto suggerisce una persona con conoscenze di ingegneria meccanica che lavora nell’industria chimica. Nel 1880, George E. Davis scrisse in una lettera a Chemical News “Un ingegnere chimico è una persona che possiede conoscenze chimiche e meccaniche, e che applica tali conoscenze all’utilizzo, su scala produttiva, dell’azione chimica”. Egli propose il nome di Society of Chemical Engineers, per quella che era di fatto costituita come Society of Chemical Industry. Alla prima assemblea generale della Società nel 1882, circa 15 dei 300 membri si descrissero come ingegneri chimici, ma la formazione da parte della Società di un gruppo di ingegneria chimica nel 1918 attirò circa 400 membri.
Nel 1905 fu fondata negli Stati Uniti una pubblicazione chiamata The Chemical Engineer, e nel 1908 fu fondato l’American Institute of Chemical Engineers.
Nel 1924 la Institution of Chemical Engineers adottò la seguente definizione: “Un ingegnere chimico è un professionista esperto nella progettazione, costruzione e funzionamento di impianti e opere in cui la materia subisce un cambiamento di stato e composizione.”
Come si può vedere dalla definizione successiva, la professione non è limitata all’industria chimica, ma più in generale alle industrie di processo, o altre situazioni in cui si devono gestire processi fisici e/o chimici complessi.
La rivista britannica The Chemical Engineer (iniziata nel 1956) ha una serie di biografie disponibili online intitolate “Chemical Engineers who Changed the World”,