La mano dei bradipi a due dita (Choloepus): La sua anatomia e potenziali usi relativi alla dimensione del supporto

Le mani dei bradipi a due dita (Choloepus) sono lunghe, strette, apparati simili a uncini con solo due dita funzionali (II e III); i raggi I e IV sono rappresentati solo da metacarpi. Le falangi prossimali delle dita II e III sono accorciate a superfici articolari essenzialmente prossimali e distali, e tutte le articolazioni interfalangee di queste dita, tranne quella distale, sono limitate da superfici interbloccate a intervalli minimi di flessione ed estensione. Diverse articolazioni intercarpali e l’articolazione del polso, tuttavia, consentono ampie gamme di movimento in diversi assi. Un’ampia escursione al polso è consentita da una capsula articolare estremamente lassa, dal modo di inserimento di diversi primi motori del carpo e dalla ridotta partecipazione dell’ulna all’articolazione del polso. Diversi muscoli digitali estrinseci, in particolare gli estensori, sono assenti e altri hanno azioni insolite. La muscolatura intrinseca consiste principalmente di mm. interossei e m. extensor digitorum brevis, anche se altri muscoli incostanti sono presenti. Le mani di Choloepus sono usate come ganci flessibili su supporti di diametro inferiore a 52 mm e come pinze fisse su supporti più grandi. In entrambi i casi, le falangi distali (e gli artigli di copertura) formano l’elemento “gancio”. Mentre i cuscinetti volari nudi sembrano essere aggiunti su supporti più piccoli di 52 mm di diametro, sono essenziali su quelli più grandi di 65 mm. I bradipi a due dita possono preferire supporti di 50 mm di diametro o più piccoli. Viene discussa la potenziale importanza delle liane come supporti.

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