Pontificato: 9 agosto 1471 al 12 agosto 1484; nato da Francesco della rovere, a Celle presso Savona, 21 luglio 1414; morto a Roma. Appartenente ad una famiglia ligure impoverita, fu educato dai francescani, e si unì ai francescani conventuali. Insegnò in diverse università italiane, acquisendo una vasta reputazione grazie alle sue opere di teologia e filosofia e alla sua eccellenza come predicatore. Nel 1464 divenne ministro generale del suo ordine; tre anni dopo fu fatto cardinale. Dopo un breve conclave fu eletto papa per succedere a Paolo II. Il regno di Sisto IV aprì uno dei periodi più tristi della storia papale. Durante quell’epoca la preoccupazione dei papi per gli affari di famiglia e le ambizioni politiche oscurò di gran lunga il loro interesse per i loro doveri di guida spirituale della Chiesa. Infatti, i contributi alla vita della Chiesa dati da Sisto IV furono pochi. Celebrò un anno santo nel 1475, che attirò numerosi pellegrini a Roma, e aumentò notevolmente i privilegi dei francescani conventuali. Condivise la devozione del suo ordine alla Santa Vergine e sostenne l’insegnamento della sua Immacolata Concezione. Anche se cercò di convocare una crociata contro i turchi, gli altri stati europei non riuscirono a sostenerlo, e con l’aiuto veneziano e ungherese riuscì solo a riconquistare la città italiana di Otranto dai turchi ottomani. L’interesse principale di Sisto rimase l’accrescimento della sua famiglia. I suoi numerosi parenti ricevettero benefici a profusione, così come alte cariche ecclesiastiche. Due nipoti, Giuliano Della Rovere (poi Papa Giulio II) e Pietro Riario, furono fatti cardinali. Un altro nipote, Girolamo Riario, progettò di ritagliarsi un principato dall’Italia e coinvolse il Papa in dispute e guerre quasi continue con gli altri stati italiani. L’affare più infame in cui trascinò Sisto fu la congiura dei pazzi del 1478 contro Lorenzo e Giuliano de’ medici. Come risultato del nepotismo e dell’attività politica del papa, le finanze caddero in un crescente disordine. Nonostante i suoi sforzi per creare nuove fonti di reddito, come il raddoppio degli uffici curiali venali, Sisto lasciò un grande deficit al suo successore. Nel 1482 l’abate Andrea zamometiČ tentò senza successo di convocare a Basilea un concilio davanti al quale il papa avrebbe dovuto giustificarsi.
Come sovrano di Roma e come patrono di umanisti e artisti, Sisto deve essere giudicato più favorevolmente. Iniziò la ricostruzione di Roma su larga scala, facendo aprire, allargare e pavimentare le strade. Fece erigere le chiese di S. Maria della Pace e S. Maria del Popolo e, soprattutto, la cappella Sistina, decorata dai migliori artisti dell’epoca, tra cui Botticelli e Perugino. Attirò a Roma Pinturicchio, Ghirlandaio e molti altri pittori e scultori. La biblioteca vati can riordinata e ampliata fu aperta agli studiosi durante il suo regno. La tomba di Sisto, fatta dal Pollaiuolo e situata nelle grotte della Basilica di San Pietro a Roma, è uno dei più bei monumenti dell’arte rinascimentale italiana. Le opere teologiche di Sisto includono De sanguine Christi, De potentia Dei, e De futuris contingentibus (Roma 1470-72).