In passato, c’erano due programmi concorrenti di recensioni di auto e intrattenimento sulla televisione britannica: Il “nuovo” Top Gear e lo show iniziato dai conduttori del “vecchio” Top Gear, Fifth Gear.
Uno di quelli passati a Fifth Gear era Tiff Needell, un pilota rispettabile che a un certo punto era arrivato a provare la Formula 1. Quando non ce l’ha fatta a raggiungere l’apice degli sport motoristici, ha invece rivolto la sua attenzione al giornalismo automobilistico.
Con il suo incredibile senso del controllo dell’auto e l’approccio assolutamente impavido allo scorrimento della potenza, ha senso che gli abbiano dato la Corvette C6 Z06 da testare.
L’unico aspetto negativo è che la recensione è stata girata prima che le telecamere HD fossero accessibili per la produzione televisiva, quindi è un tocco sgranato.
È in netto contrasto con i pensieri degli inglesi sulle muscle car americane dalle notizie di ieri quando è stata presentata l’idea del perché la Corvette C3 era l’ultimo grande classico americano.
Tiff, nella sua recensione, va nella direzione completamente opposta. Egli lamenta l’interno, che dobbiamo essere d’accordo che per il C6, era un po’ noioso, così come la sospensione se andando sopra un forte urto, ma lo ritiene “sopravvivibile.”
E poi, portandola sul circuito Paul Ricard in Francia, ottiene immediatamente la C6 Z06 di traverso, enormi pennacchi di fumo di pneumatici che sparano fuori la parte posteriore, ed è eccitato come un bambino in un negozio di dolci.
Si complimenta persino con l’auto, respingendo le sue critiche sulle auto americane. La C6 Z06 non si muove, non ha uno sterzo insensibile, non ha rollio in curva.
No, dice, è un’auto stretta, tesa, immensamente controllabile in velocità. Arriva persino a dire che sono gli americani a mostrare agli inglesi come si dovrebbe fare la potenza e la capacità di controllare un’auto.
Da Mr. Needell, questo è, molto probabilmente, il più alto elogio disponibile.