Amelia Bloomer, per esteso Amelia Jenks Bloomer, nata Amelia Jenks, (nata il 27 maggio 1818, Homer, New York, U.S.
Amelia Jenks fu educata in una scuola locale e per diversi anni insegnò a scuola e fece l’insegnante privata. Nel 1840 sposò Dexter C. Bloomer, un editore quacchero della contea di Seneca, attraverso il quale si interessò agli affari pubblici. Cominciò a contribuire con articoli ai giornali su vari argomenti e fu un membro precoce e convinto della locale Temperance Society femminile. Bloomer partecipò ma non prese parte alla Convenzione di Seneca Falls organizzata da Elizabeth Cady Stanton e Lucretia Mott nel 1848. Nel gennaio dell’anno successivo, tuttavia, iniziò un giornale per le donne, probabilmente il primo ad essere diretto interamente da una donna – The Lily: A Ladies Journal Devoted to Temperance and Literature – e aprì le sue pagine ai sostenitori dei diritti delle donne e ai riformatori della temperanza.
Anche se fu piuttosto lenta ad abbracciare la causa dei diritti delle donne, Bloomer dal 1853 era diventata piuttosto attiva, facendo apparizioni a New York City e altrove. Venne anche coinvolta in un movimento di riforma dell’abbigliamento quando iniziò ad apparire in pubblico indossando dei pantaloon, o “pantaloni turchi”, sotto una gonna corta. Attirò un considerevole ridicolo per essere apparsa in quel costume, e i pantaloni vennero chiamati “bloomers”. Anche se non era stata lei a creare il costume – tra gli altri, l’attrice Fanny Kemble e la riformatrice Lydia Sayer (Hasbrouck) lo avevano indossato già nel 1849, ed Elizabeth Smith Miller lo aveva effettivamente presentato a Bloomer e Stanton all’inizio del 1851 – la difesa del costume da parte di Bloomer in The Lily collegò indissolubilmente il suo nome al costume. L’episodio ebbe lo sfortunato effetto di distogliere l’attenzione dai suoi sforzi di riforma, ma lei continuò a pubblicare The Lily a Seneca Falls, dove era anche vice direttrice delle poste, e più tardi a Mount Vernon, Ohio, dove assisteva il marito nel Western Home Visitor. Nel 1855 vendette il giornale, ma il suo interesse per la riforma, espresso in scritti e conferenze, continuò fino alla sua morte circa 40 anni dopo.