La determinazione dell’età dai resti scheletrici umani è un importante parametro biologico sia in ambito forense che bioarcheologico. Questo studio presenta i risultati di un test alla cieca del metodo rivisto di stima dell’età della superficie auricolare proposto da Buckberry e Chamberlain (Am. J. Phys. Anthropol. 119 (2002) 321-329) su un ampio campione (n = 404) di sesso ed età noti della collezione di Sassari, conservata al Museo di Antropologia dell’Università di Bologna, Italia. L’ilia è stata valutata per cinque caratteristiche: organizzazione trasversale, struttura superficiale, microporosità, macroporosità e cambiamenti apicali, che si sono combinati per un punteggio composito.
I risultati hanno indicato che tutte le caratteristiche e il punteggio composito erano positivamente correlati all’età nota. I punteggi compositi erano significativamente diversi tra i sessi, suggerendo che i maschi e le femmine dovrebbero essere trattati separatamente. La distorsione e l’imprecisione variavano tra gli intervalli di età. L’età tendeva ad essere sovrastimata negli individui di età inferiore ai 59 anni e sottostimata per quelli di età superiore ai 60 anni. Tuttavia, il metodo rivisto ha mostrato un miglioramento rispetto al metodo originale della superficie auricolare (Lovejoy et al., Am. J. Phys. Anthropol. 68 (1985) 15-28), specialmente per gli individui più anziani. Esiste una considerevole variazione nelle fasce d’età derivate dai punteggi compositi e sono state trovate poche differenze significative tra le fasi d’età, suggerendo che potrebbero essere necessarie meno fasi con fasce d’età più ampie. Il punteggio indipendente e quantitativo delle caratteristiche di superficie rende il metodo rivisto sostanzialmente più facile da applicare e il metodo mostra un miglioramento significativo per gli individui anziani che invecchiano.